Il nostro prossimo è tutto ciò che vive (Gandhi)

domenica 8 dicembre 2013

IL MIO AMICO IL MICIO

-scritti da noi-



Susanna Barbaglia
(In memoria della mia gatta Sinfi- Editoriale di Rakam 1986)

Era lì, nell’angolo fra la porta d’ingresso e il muro, alta come un pacchetto di sigarette. Mi era stata forzatamente piazzata in casa da una conoscente: «La stavano buttando nel fiume perché il resto della cucciolata somiglia alla madre- una gatta d’angora bianca- mentre lei è pezzata». E io? Che c’entravo?
Gli occhi, tondi e gialli, fissavano da sotto le ciglia lunghe e nere i miei, dal basso in alto, ma con l’espressione opposta, e cioè come se lei fosse stata in alto e io in basso.
Ci osservavamo con diffidenza, lei da gatto io da convinta cinofila. Nessuna delle due abbassava lo sguardo. Cedetti, ovviamente, io. Nell’attimo in cui, improvvisamente, un raggio di sole si spostò in quell’angolo e, come un piccolo riflettore, colpì questo piccolo micio a tuttotondo, con gli occhi dignitosi di un adulto.
Era il più bell’animale che avessi mai visto come- ho scoperto poi- solo i gatti possono essere.
Doveva avere pochi giorni, ma il pelo già lungo si diffondeva in macchie dal bianco al grigio intorno alle orecchie diritte e attente, sotto la piccola gola come lo sparato di una camicia da smoking, sulla coda da scoiattolo con un pennacchio bianco in punta.
Si lasciò prendere in braccio con la stessa aria indifferente di poco prima, ma- si captava- cosciente di aver vinto: la tradiva solo il cuore che sentivo battere forte nella mia mano. Da allora mi definisco addomesticata da lei: sono molto obbediente e confido nel suo buon cuore per qualche gesto affettuoso che, devo dire, mi concede senza riserve ma solo quando le garba. E’ come, insomma, se m’avesse raccolta lei dall’argine del fiume.
Con lei ho imparato a convivere con un gatto, il che non è poco. Basta non dimenticare mai alcuni punti essenziali.
Il micio non cede mai: non bisogna commettere l’errore di sculacciarlo perché, quando meno te lo aspetti, da sotto una tenda parte al contrattacco con una zampata, ma con tutti gli artigli di fuori.
Il micio sa di portare fortuna. Odia malattie e sofferenze, inestetismi e malumori: esorcizza con l’indifferenza qualunque tensione negativa.
Il micio imita l’uomo come una scimmia. Ne osserva con avidità ogni movimento, ogni sguardo, ogni gesto, ma solo per potersi porre al momento giusto al centro dell’attenzione (un esempio: facendo penzolare una zampa o la coda sullo schermo della televisione sul più bello di un film giallo).
Il micio ha molto charme: sa che l’uomo può essergli padrone quanto schiavo. Sa dosare le fusa come un amante che un po’ si concede e un po’ fugge finché l’avversario è definitivamente soggiogato da quel suo modo di amare passionale e fiero, imprevisto e imprevedibile.
Il micio è l’unico animale non masochista, per questo motivo spesso suscita diffidenza. Non sa piagnucolare e odia la sottomissione. Non ti darà mai la soddisfazione di farti capire quanto sia brutto anche per lui restare solo. Quando si torna a casa e lo si copre di bacii suoi occhi sembrano dire: «Già qui?».
Il micio, anche maschio, è un animale femminile: arguto, furbo, illogico, un po’ bugiardo, snob, pulito, geloso, cocotte, pigro, narcisista.
Lui si ama sempre molto ed è facile scovarlo mentre si rimira con orgoglio allo specchio.
Il micio non è mai noioso: ha molto sense of humour e uno spiccato gusto del paradosso. E’ forse per questo che impara molto presto a giocare con le “ombre cinesi” create da se stesso in controluce.
Il micio si rende perfettamente conto di essere di moda per la sua adattabilità e per il suo modo di essere autonomo ma affezionato, freddo e sensuale, intelligente e chic. Di lui, nel bene e nel male, nella storia del mondo si è sempre parlato. Sa di aver ispirato poeti e pittori, sa di essere stato odiato e temuto, sa di essere un po’ magico.
Porta dentro di sé una storia non sempre facile e non si può dire che lui si sia mai lamentato, ma di certo ha faticato senza mai smentirsi, sapendo aspettare e, se oggi è il suo momento, da un lato lo sa sfruttare, dall’altro ha bisogno di essere amato e capito da chi sa disgiungere il distacco nei suoi occhi dal battito forte delle sue emozioni nascoste.

3 commenti:

Rosa Russo ha detto...

Questa storia mi ha insegnato a conoscere meglio i gatti e immaginando la mi sono tanto divertita. Grazie

Pamela ha detto...

Pamela

Ciao Susanna,
anche se sono una vera cinofila e non ho mai avuto gatti, mi ha emozionato come la prima volta nel 1986 la lettura del tuo redazionale sulla gattina Sinfi che ha tenuto banco per 24 anni nella tua vita famigliare, con tutti i suoi sottoposti e diversificati amici cani per i quali è sempre stata il "capo"..! Tra un trasloco e l'altro tra una casa e l'altra...!La ricordo con tutto l'affetto che mi riporta a quel periodo magico dove eravamo ben più giovani e che rimpiango un pò !

Anonimo ha detto...

Cara Susanna,
ti rispondo dopo aver letto la tua "Lettera incompiuta per il mio buldog" con questa leggenda dei Nativi Americani che si chiama " Il ponte Arcobaleno":

Tra la terra e il cielo esiste un ponte chiamato "Ponte Arcobaleno"per i bellissimi colori da cui è formato.Quando un animale muore, specialmente se in vita è stato molto amato da una persona qui sulla terra, va in un luogo che si trova all'inizio di questo ponte.
E' un posto bellissimo dove l'erba è sempre fresca e profumata, i ruscelli scorrono tra colline ed alberi ed i nostri amici pelosi possono correre e giocare insieme. Trovano sempre il loro cibo preferito, l'acqua fresca per dissetarsi ed il sole splendente per riscaldarsi e così i nostri cari amici sono felici : se in vita erano malati o vecchi, qui ritrovano salute e gioventù; se erano menomati o infermi, qui ritornano ad essere sani e forti.
In questo luogo gli animali che abbiamo tanto amato stanno bene, eccetto che per una piccola cosa: sentono molto la mancanza della persona speciale che li ha amati sulla terra.
Così accade di vedere che durante il gioco qualcuno di loro si fermi improvvisamente e scruti oltre la collina; tutti i suoi sensi sono in allerta, i suoi occhi si illuminano e le sue zampe iniziano la grande corsa : tu sei stato visto e quando incontri il tuo amico speciale lo stringi tra le braccia con grande gioia, il tuo viso è baciato ancora e ancora ed i tuoi occhi incontrano i suoi sinceri che ti hanno tanto cercato.
Adesso insieme potrete attraversare il Ponte Arcobaleno per non lasciarvi mai più.


Dedicato a tutti i padroni di cani
Pamela