"Il topo nella libreria", di Luis Sepúlveda (tratto da “Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico”, ed. Guanda, 2012)
Arrivò così al dorso di un grosso libro con la copertina azzurra – Jules Verne, “Ventimila leghe sotto i mari” – e allora Mix si sdraiò a pancia in su, facendo le fusa ai piedi dell’amico. Quando Max tolse il libro dallo scaffale, sbatté ripetutamente le palpebre stupefatto. In un nido fabbricato con pezzettini di carta, un minuscolo topo marrone chiaro si copriva gli occhi con le zampine anteriori.
Mix faceva le fusa sfregandosi contro le gambe del suo amico.
«Accidenti, abbiamo un ospite. Anch’io da bambino mi tappavo gli occhi per essere invisibile. Non avrai intenzione di mangiarti questo povero topo?» disse Max, ma poi ricordò la scatola di cereali sul pavimento della cucina.
«Mix, i cereali erano per il topo?»
Max prese con cura il minuscolo topo tremante, lo posò per terra e vide che correva a rifugiarsi sotto il gatto.
«Mi fa piacere che tu abbia un nuovo amico, Mix. Così non ti sentirai solo, perché nei prossimi giorni io dovrò fare altri viaggi. D’ora in poi siamo in tre in questa casa,» disse Max e mise subito una scodellina accanto a quella di Mix. In una versò una generosa porzione di croccantini al gusto di pesce e nell’altra una non meno generosa porzione di cereali
Nessun commento:
Posta un commento