Il nostro prossimo è tutto ciò che vive (Gandhi)

domenica 20 marzo 2016

Il gatto Romeo








Il gatto Romeo, di Orietta Leonia Barbanti

Una mattinata di agosto, molto afosa, accolse in casa mia un micio di solo un mese. Era il 2001. Mia figlia voleva un gattino e l’accontentammo. Dal veterinario seppi che era nata da poco una cucciolata e ci indicò dove avremmo potuto trovarla. Romeo fu l’ultimo a uscire dalla scatola di cartone dove si trovava con i fratellini, e mia figlia, senza pensarci due volte, scelse proprio lui. Romeo era, ed è tuttora, nonostante l’età, un bel micione europeo tigrato, con occhioni verdi e una predilezione per i posti tranquilli e assolati. Quando entrò in casa quel mattino, mia figlia lo depose sul pavimento e lui iniziò la perlustrazione. In seguito ci ponemmo il problema di dove sistemargli il cibo e la lettiera: dovevamo scegliere posti accessibili al minuscolo peloso. Debbo dirvi che stava in un palmo di mano e il codino era grande come il mio mignolo. Curioso, si andava a mettere negli angoli più disparati della casa. Un giorno - panico totale - non lo trovavamo più.  All’ora di pranzo, aprendo il cassetto del tavolo della cucina, eccolo beatamente accovacciato sulla tovaglia! Era riuscito a entrare da dietro al cassetto e vi si era appisolato. Pochi mesi dopo venne a trovarmi mia madre a cui non avevo detto della presenza del micio per non sentire le sue lamentele. Sul letto di mia figlia vi erano diversi peluche e quando mia madre appoggiò proprio lì il giaccone e fece per spostare alcuni peluche, uno tra quelli si mosse: era Romeo, perfettamente camuffato tra gli altri. Mia madre esclamò sorpresa: «Oddio, questo si muove!». Ci fu una risata solenne da parte di tutti. Così il nostro gatto entrò nelle grazie anche di mamma Irene, che si sciolse, nonostante qualche contrarietà iniziale. Passarono gli anni, mia figlia e mio figlio se ne andarono per la loro strada e il micio Romeo rimase sempre con me. Sempre più vecchietto, ora è la mia ombra, non mi lascia sola un attimo. La notte se finisce la pappa o fa i suoi bisognini lo annuncia al mondo con i suoi miagolii insistenti e devo alzarmi per accontentarlo. Ma oramai tutto ciò fa parte della quotidianità. A Romeo manca la parola, lui conosce tutti i miei stati d’animo, capisce quando ho bisogno di coccole o di chi possa ascoltare, senza interrompermi, i miei segreti. Lui li conosce tutti, asciuga con la zampa le mie lacrime che sovente accompagnano i miei momenti di solitudine, o di non salute. Ecco lui è il compagno delle mie giornate. Quando sento nostalgia per gli affetti umani lui mi consola. Spesso si sdraia vicino a me, mentre leggo il suo musino fa capolino da sotto la copertina del libro. Romeo è una dolcissima compagnia che voglio godermi attimo per attimo, finché avrà vita.

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