Conosco Giulia da più di cinquant’anni. Abitavamo nella stessa via, lei in una villetta a due piani con un bel giardino, io in una casa di ringhiera dove adesso abita mia nipote. La zona era, a quei tempi, in periferia e, a volte, ci pascolava qualche pecorella col cane da guardia al seguito. Adesso si è trasformata in una bella zona residenziale. Giulia era la più piccola della famiglia ed è stata sempre chiamata Giulietta, per le sue fattezze dai lineamenti delicati, quasi eterei. Grande era il suo amore per gli animali da affezione. In quegli anni il tipo di educazione era diverso, si esigeva, come è giusto, rispetto e soprattutto dedizione per qualsiasi attività, che fosse di studio o altro. Giulia della dedizione ne ha fatto un abito su misura per tutto ciò che si fa, sia in famiglia che fuori, ma soprattutto la cura per gli animali è stata sempre il suo scopo primario. Aveva sempre con sé un cane o due, o gattini, o volatili, sia in casa che in giardino. Non si è mai sposata, ma a cinquant’anni ha iniziato una convivenza che dura tutt’oggi. Non ha avuto figli, ma ha tanti nipoti che ama e che ha aiutato a crescere e che l’adorano. È anche una brava infermiera e aiuta gratuitamente tutti, nel circondario. Ma la cosa che la rende unica è il suo essere animalista sfegatata: una paladina dei “quattrozampe”, sia cani che gatti, e se qualche ragazzino cercava di fare degli scherzi a danno di qualche randagio riusciva sempre a farlo desistere facendogli capire la tolleranza e il rispetto necessari verso gli esseri indifesi. E forse per questo motivo era diventata un po’ il timore di tutti. Essendo magra e alta si potrebbe pensare che sia fragile, invece è forte, veloce e determinata. Lei accoglieva e curava a proprie spese tanti randagini e molti riusciva a farli adottare, vigilando sempre che stessero bene. Io, dopo sposata, andai via dalla zona, ma nella casa avita torno spesso per un saluto o una visita nei luoghi dei ricordi e spesso incontro Giulia. Le porto delle crocchette per i suoi cani e i suoi gatti, perché lei non desidera altro. In casa se ne sono alternati tantissimi e lei sempre sicura di ciò che faceva è andata avanti sempre così. Qualche volta è finita in ospedale, come quando ha salvato un gattino intrappolato su una grondaia. Per aiutarlo è caduta malamente da una scala insicura, fratturandosi il bacino. La forzata immobilità che ne è seguita, l’ha tenuta in ansia, non tanto per lei, quanto per il suo affollato zoo che sarebbe stato trascurato. Per fortuna una sua nipote l’ha sostituita egregiamente. Tempo fa è successo qualcosa di particolare: nel giardino della villetta vicina, di proprietà di un signore molto impegnato nel proprio lavoro, c’era un cane. Un meticcio di nome Lara. Aveva una bella cuccetta, ma era sempre legata a una catena. Giulietta aveva parlato col proprietario, ma lui aveva risposto che non aveva tempo di portare a spasso il cane, era troppo preso dalla propria attività. Passò così un po’ di tempo e Giulietta notava che spesso il cane non mangiava come avrebbe dovuto: era sempre sdraiato o dentro la cuccetta. Era anche dimagrito e sembrava indifferente a tutto. Armata di coraggio Giulietta propose al proprietario, con tatto, ma anche con determinazione che la povera bestiola le venisse affidata per un certo periodo. Se ne sarebbe presa cura lei. E così Lara le fu data temporaneamente. La portò subito dal veterinario il quale diagnosticò una forte anemia per denutrizione e altri piccoli disturbi e sottopose la cagnolina alle cure del caso. Cure lunghe, a spese di Giulietta. Lara tornò a essere un cane allegro e riconoscente. Stava sempre attaccato alla propria mamma umana quando uscivano per la passeggiata di routine, e divenne bellissima, col pelo folto, beige e marrone, e morbido. Non tornò più dal precedente proprietario. In fondo penso che a lui non interessasse più di tanto. O forse aveva capito che Giulietta non era una sprovveduta e dunque avrebbe dovuto rimborsarle, come era stato stabilito, tutte le spese sostenute per la cura e il benessere di quel povero cane. Lara, ben curata e amata, è ritornata a vivere. È rimasta lì, dove vive tutt’ora. È proprio vero, come asserisce Giulietta, che un cane non ha aggressività, né brutalità, né ferocia. È solo una creatura di Dio, con “tutte le virtù dell’uomo, ma senza i suoi vizi”, come scrisse Lord Byron. Grazie Giulia per tutto quello che fai!
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