Il nostro prossimo è tutto ciò che vive (Gandhi)

martedì 4 luglio 2017

2 luglio 2013 – 2 luglio 2017







"2 luglio 2013 – 2 luglio 2017", di Massimo Rossi
Sono passati quattro anni da quando Pippi Gatta Sindaco è volata sul Ponte dell’Arcobaleno, là chiamata per le sue capacità amministrative, così ben dimostrate nei suoi circa quattro anni presso il Municipio di Gravellona Lomellina.
Appena arrivata lassù, l’hanno a lungo festeggiata per quello che aveva fatto e rappresentato sulla Terra. Poi le hanno fatto vedere il suo nuovo ufficio: bellissimo, luminosissimo, con tutto quello che poteva servirle per amministrare al meglio quel luogo meraviglioso!
Pippi aveva accettato a malincuore quel posto, perché sapeva che la sua lontananza, seppur momentanea, mi avrebbe procurato un grande dispiacere. Si era convinta, quando le avevano detto che, un giorno ci saremmo ritrovati!
Solo un mese prima, nei primi due week end di giugno si era svolta la 19^ edizione della Festa dell’Arte e, fra le migliaia di persone che erano venute a visitare il paese e soprattutto il parco, numerose erano anche state le persone che avevano voluto conoscere la Gatta Sindaco!
In quelle giornate era stato un continuo via vai di amici che erano finalmente riusciti a conoscere personalmente Pippi. Molte erano del circondario, come la carissima Marcella Previde Massara, altre venivano da un po’ più lontano, come l’altrettanto cara Simo Grisù.
Erano state veramente giornate piene, intense, felici. Di quelle giornate che dici: “Vale proprio la pena di essere al mondo!”
Pochi giorni dopo la fine della Festa dell’Arte, come facevo di tanto in tanto, avevo offerto un poco di crema pasticcera a Pippi, di cui era molto golosa. Lo so, la crema pasticcera non è il cibo adatto a un gatto, ma se pensate che il gatto più longevo della storia mondiale ha vissuto fino all’età di 38 anni (!!!), mangiando panna e bacon, mi perdonerete se, occasionalmente ne offrivo all’amata Pippi!
Dicevo che le avevo offerto un poco di crema, mettendogli davanti alla bocca il mio dito indice e, con molto stupore, Pippi aveva voltato la testa, quasi schifata… Non avevo dato molto peso a questa reazione: capita a tutti di non avere voglia di mangiare una pietanza che di norma adoriamo.
Il giorno dopo aveva fatto la stessa cosa di fronte ai croccantini… ma anche in questo caso mi ero limitato a cambiarle gusto, cosa che sembrava essere di suo gradimento. Ricordo anche di avere dato i croccantini rifiutati dalla Gatta Sindaco alla amica e collega (nonché mamma 1 di Pippi) Mariella, che a casa aveva l’altrettanto amato gatto nero Mimmo.
Il giorno dopo avevo provato a rioffrirle la crema pasticcera, ma Pippi si era voltata ancora più disgustata. Allora, d’accordo con le colleghe, l’avevo portata dalla veterinaria del posto che le aveva prelevato un poco di sangue da fare analizzare da uno studio veterinario di Vigevano. Ricordo che l’esito degli esami mi era stato comunicato quando ero appena uscito dal supermercato e mi stavo accingendo a salire in automobile, dopo aver caricato la spesa settimanale. Per fortuna ero già seduto, perché la notizia che mi avevano dato era terribile: la mia adorata Pippi aveva la FELV – leucemia felina!
Sono ritornato in tutta fretta a casa e sono letteralmente volato dalla veterinaria che mi aveva dato le prime indicazioni sul da farsi. Nel giro di poco più di un’ora mi ero procurato le medicine necessarie per curare o, sarebbe meglio dire, cercare di curare la mia amata gattona.
Devo dire che, dopo una settimana di cure, Pippi aveva ripreso a mangiare normalmente, anzi aveva recuperato forza, ricominciando a saltare da una scrivania all’altra, con grande gioia mia e di tutto il Municipio.
Purtroppo era stata solo un’illusione: nei giorni seguenti, malgrado le cure, Pippi stava diventando sempre più debole. Faticava a camminare e correre, figurarsi saltare sulle scrivanie! Ero pure riuscito a portarla regolarmente a casa, dato che non aveva la forza di ribellarsi al trasportino. Pippi odiava il trasportino e, per questo motivo, ero riuscito solo poche volte a portarla a casa. Ma le ultime due settimane della sua vita ero riuscito a fargliele passare a casa mia! Purtroppo la forma di leucemia felina che aveva colpito Pippi (così come anni prima Ciccetti) era di quelle forti. Non fulminanti, di quelle che dalla sera alla mattina sono in grado di stroncare anche il più forte dei gatti, ma egualmente tremende e senza rimedio.
Il 1° luglio, appena arrivato in ufficio, Pippi aveva faticato a uscire dal trasportino, anzi faceva fatica a reggersi. Si era accasciata ai miei piedi ed io avevo cominciato a lacrimare sempre più copiosamente… non potevo sopportare di vedere la mia adorata Pippi ridotta in quelle condizioni.
L’avevo delicatamente adagiata in uno dei suoi numerosi cestini e lì era rimasta per almeno tre o quattro ore. Verso mezzogiorno si era improvvisamente svegliata e si era incamminata verso l’ufficio tecnico. Abbiamo pensato tutti che, magari le era venuta fame… oppure che le scappasse la pipì. In effetti le scappava la pipì, però a pochi centimetri dalla lettiera, sicuramente perché provata dallo sforzo fatto per arrivare fin lì, era crollata e aveva cominciato a fare la pipì nel punto dove si trovava! Lei, la principessa, lei la bellissima e pulitissima Pippi ridotta così…. Ho gridato “Aiuto!” e immediatamente sono accorse le colleghe che mi hanno aiutato a tirare su l’amata micetta e a ripulire il pavimento e Pippi stessa.
Appena ripresomi dalla scena, avevo preso Pippi, l’avevo messa nel trasportino, per portarla a Mede, dove ha sede una delle migliori cliniche veterinarie della mia provincia.
In quel posto hanno subito visitato Pippi e messa in terapia intensiva. Era l’ultima spiaggia. Se non fossero riusciti a rianimarla lì, non avrei più potuto coccolare la mia amata micetta.
Nel pomeriggio ero ritornato e sembrava che le prime cure avessero fatto effetto, visto che Pippi aveva ripreso a bere e a mangiare qualcosa. Ero stato a lungo in clinica a parlare con Pippi, a dirle parole dolci, che sarebbe presto tornata a casa, che non doveva sentirsi abbandonata, che io l’amavo e tutti in ufficio le volevano bene.
Il mattino dopo, 2 luglio, il veterinario mi aveva telefonato dicendo di passare da lui il più in fretta possibile. Potete capire con che stato d’animo mi ero recato alla clinica veterinaria. Avevo pregato il Creatore dell’universo, dicendo: “Sono disposto a regalare almeno un anno della mia vita, ma fammi riportare a casa Pippi guarita! Fammela tenere ancora un anno!” Arrivato a destinazione ero stato avvertito che, nella notte, Pippi aveva avuto una grave crisi e che non c’erano tante speranze per lei… Ero ritornato in ufficio con il morale a pezzi! Mi ero rifugiato nell’ufficio (vuoto) del vicesindaco, per sfogare la mia rabbia e impotenza verso il crudele destino che attendeva Pippi. Ero triste e furioso con me stesso. Mi ripetevo che avrei dovuto portare Pippi molto prima presso quella clinica… che ero stato un inutile idiota! E… piangevo litri di calde lacrime. Quella mattina non passava più e io stavo sempre peggio. Alle tredici la clinica mi aveva chiamato sul cellulare: “Pippi ha cessato di vivere”. La mia amata Pippi, dopo aver lottato come una piccola tigre, aveva smesso di combattere. Il suo piccolo/grande cuore non batteva più. E io ero distrutto. Solo quando era scomparso papà (e due anni fa mamma) avevo pianto così tanto.
Accompagnato da una collega mi ero recato a Mede. Lì, ad aspettarci, c’era il bravo veterinario che, alla domanda se Pippi l’avessi portata da lui qualche giorno prima si sarebbe potuta salvare, mi aveva risposto che la leucemia che aveva colpito Pippi non le avrebbe dato scampo. Magari avrebbe potuto vivere qualche settimana in più, ma alla fine avrebbe dovuto cedere e volare sul Ponte.
Con l’aiuto delle colleghe ho seppellito la piccola nel mio giardino. L’avevo delicatamente adagiata sul suo plaid preferito, l’avevo avvolta e messo vicino a lei il suo pupazzo preferito, l’avevo poi messa in un grosso cartone e sistemata nella profonda buca che avevo scavato sotto il sole cocente, sudando e piangendo.
Pippi riposa all’ombra della rosa “Blue moon”, un giusto omaggio alla sua splendida natura felina.
Pippi Gatta Sindaco è stata una gatta magica. Quando aveva capito che il suo tempo stava per scadere, aveva fatto in modo che io potessi trovare una degna erede. Ed è stato così che, pochi giorni dopo, avevo finito con l’adottare Marina, poi divenuta: Marina Gatta Sindaco!
Perdere Pippi è stata una vera tragedia. Ancora adesso quando ne parlo (o scrivo) mi scendono le lacrime. Ma quella amata e meravigliosa gattina che, andandosene mi ha sottratto un pezzettino del mio cuore (che mi restituirà quando un giorno la rivedrò), mi ha regalato un’altra piccola tigre, altrettanto bella, dolce e…magica: MARINA GATTA SINDACO!!!
La morale della storia è questa: i gatti sono degli esseri meravigliosi, misteriosi e magici. Quando uno di loro ci abbandona è perché “vuole” che un altro prenda il suo posto. Ed è proprio quello che mi è successo con Ciccetti prima e Pippi dopo. A una gatta meravigliosa, ne è seguita una che lo era altrettanto.


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