Il nostro prossimo è tutto ciò che vive (Gandhi)

lunedì 15 gennaio 2018

Celestino







"Celestino", di Grazia Rombolini

Spesso, al mattino presto, facendo un po' di footing, mi trovo sulla strada che porta al Reggino, una salita niente male che però ricompensa con un panorama mozzafiato. Tra le colline ammantate da vitigni, olivi argentati e boschi ancora selvaggi, si staglia il borgo ridente di Valletta: la pieve medioevale, la piazzetta con i piccoli portici, il viale dei tigli dal profumo inebriante, i giardini a ridosso del piccolo campo da calcio. Il 7 gennaio di qualche anno fa, sotto un cielo che prometteva una giornata fredda ma serena, stavo arrivando sulla cima quando, improvvisamente, è sbucato un ciuchino dall'aria triste e preoccupata. Mi sono avvicinata senza indugio, cercando di fargli una carezza tra le lunghe orecchie asimmetriche - una alzata e l'altra abbassata - quando ho udito una voce spezzata: “Mi chiamo Celestino, ero l'asinello del presepe in città, ma oggi tutto è stato smontato, tutti sono partiti, il bue mi ha consigliato di trovarmi un'altra sistemazione e io mi sono perso. Ah! Non è più il Natale di una volta, quando il presepe era una festa per grandi e bambini e io ero una figura importante e considerata! Ti prego, sono molto triste, avrei bisogno di un amico che mi voglia bene e che mi dia un luogo dove stare, naturalmente in cambio di servigi che potrei offrire, vedi… sono giovane e forte!”.

Ho pensato subito al vecchio Gaetano, rimasto vedovo da poco, al quale era morto anche l'amato cane Pinko. Lui viveva da solo in una grande casa colonica circondata da una piccola vigna, qualche olivo e un ricco orto coltivato con amore. Celestino avrebbe sicuramene trovato un amico e Gaetano un valido aiuto per i suoi lavori agricoli. L'incontro fu subito colpo di fulmine per entrambi: forse il miracolo del Natale. Gaetano mi abbracciò riconoscente e Celestino mi lavò la faccia con una affettuosa leccata. Talvolta li incontro, sulla strada del Reggino... non so se è stata realtà o fantasia il mio colloquio con Celestino ma so che sicuramente, sia lui che Gaetano mi sorridono e mi strizzano un occhio in segno di intesa e complicità.

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