Il nostro prossimo è tutto ciò che vive (Gandhi)

martedì 27 novembre 2018

Una bulla sul divano

"Una bulla sul divano", di Maria (Tita) Balzamà

È quando si desidera fare la differenza per qualcuno, solo allora qualcosa cambierà.
Cambieranno le aspettative, perché non ci saranno;
cambierà la percezione dei problemi, perché saranno sempre risolvibili;
cambierà la vita, la loro senza ombra di dubbio, ma soprattutto la nostra perché sentiremo di aver fatto bene, di aver fatto del bene, sentiremo di aver fatto la cosa giusta, dando e ricevendo tanto con veramente poco.


In questa foto c’è solo “una bulla sul divano”.
Niente di più e niente di meno di quel che vediamo quotidianamente.
Invece la foto va spiegata, solo così potrete comprenderla e apprezzarla.
Dovete provare a immaginare il freddo dell’inverno abitando nel cortile di una villetta ai piedi di una bella montagna; dovete immaginare l’umido di quando piove per giorni, e il silenzio e il nulla di un cortile dove non passa mai nessuno.
Immaginate la gioia quando arriva qualcuno a riempire la ciotola, questione di minuti, i più belli di un’intera giornata.
Dovete immaginare la solitudine, guardare una finestra illuminata dove si sente ovattato il rumore di una cena alla quale Carletta non partecipa mai.
Cinque anni di una vita così.
Non troppo lontano da quella montagna, in un’altra casa, un’altra Bulldog di nome Camilla diventa, all’età di 11 anni, una meravigliosa stella.
Amore vero e sincero per metà di una vita, una famiglia composta da Michele, Lodina e il loro figlio, distrutta dal dolore, una famiglia che non riesce a riempire quel vuoto.
Un dolore così grande non è immaginabile colmarlo, allora ecco che si desidera fare qualcosa di diverso, perché nulla sarà mai come quando c’era la loro Camilla.
Michele e Lodina decidono di offrire ospitalità per i Bulldog di EBRI, non importa nulla, età sesso patologie. Non importa: il fine è aiutare per provare attraverso quel gesto ad avere un po’ di sollievo al cuore, il fine è solo aiutare.
Nel frattempo ero stata contattata per una segnalazione: non troppo distante da dove vivo c’era una Bulldog “da dare via” relegata al fondo del cortile di una bella casa in montagna.
Nessuno lì poteva più occuparsi di quel cane.
Carletta aveva paura quando la portai via da quel cortile che era tutto il mondo che conosceva da quando era nata.
Ansimava e io ero preoccupata che non reggesse l’emozione.
Malgrado la paura, mi saltò subito in macchina, come se avesse capito, come se la mia auto fosse in realtà il treno che aspettava, quello da prendere, quello che ti cambia la vita.
Lascio a voi, alla vostra immaginazione, pensare cosa sia successo dopo, che emozioni possa aver provato Carletta guardando la tv da una cuccia morbida mentre qualcuno ai fornelli sta cucinando la cena, mentre papà è in poltrona e un ragazzo gentile prima di uscire le accarezza il fianco stampandole un bacio in mezzo agli occhi.
Carletta al centro di tutto. Finalmente amata!
Lo stallo è diventato adozione, quell’ospitalità momentanea è diventata casa, quella famiglia oggi è la sua famiglia.
In questa foto non c’è solo una bulla che dorme sul divano, c’è il bene che vince sull’abbandono, il dolore che torna ad essere amore.
Maria (Tita) Balzamà, socio fondatore e membro del consiglio direttivo dell’English Bulldog Rescue Italia
(EBRI nasce con lo scopo di aiutare i Bulldog in difficoltà, restituendo loro la serenità e l’amore, nonché una casa e una famiglia che li ami per tutta la loro vita)

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