Il nostro prossimo è tutto ciò che vive (Gandhi)

lunedì 26 agosto 2013

Il mio cane Tulip




Da “Il mio cane Tulip”, di J.R. Ackerley, (1896 – 1967), Ed. Voland

“Bisogna aggiungere che è bella. La gente desidera sempre toccarla, cosa che non sopporta. Le sue orecchie sono grandi e appuntite come quelle di Anubi. Non so come faccia a tenerle sempre dritte e rigide – quasi fossero inamidate – visto che il lieve strato di pelliccia grigio topo le rende morbide e fragili. Quando si mette con il dorso al sole, la luce risplende attraverso l’epidermide delicata, e si accendono di un rosa conchiglia, incandescente.  Anche il muso è lungo e affilato, grigio perla, ma il naso e la mascella inferiore sono nero lucente. Neri anche i bordi degli occhi che sembrano accuratamente ripassati con il mascara, e i mobili ciuffetti delle piccole sopracciglia messi lì simili ad accenti. Proprio al centro della testa c’è un segno di casta, un diamante nero sospeso come il gioiello sulla fronte di Pegaso nel Parnaso del Mantegna, appeso a un filo scuro, non più spesso di una riga a matita, disegnata dal basso verso l’alto, fino alla sommità del capo, in mezzo alle grandi orecchie. Un’ombra si estende da una parte all’altra della fronte, da entrambi i lati del suo segno di casta, cosicché in certi momenti il diamante somiglia al corpo di un uccello con le ali dispiegate, un uccello in volo.
Questi segni scuri le dividono simmetricamente il muso in due zone più chiare, come un mosaico o una vetrata colorata. Il cranio, ripartito dalla linea nera, ha due chiazze giallo primula, il centro del muso è grigio chiaro, il dorso del naso è sopra le lunghe labbra nere da cerbiatto, le guance bianche hanno una patte de mouche finemente disegnata. Una delicata gorgiera bianca, incapricciatasi fuori dall’attaccatura delle orecchie, incornicia questo muso strano e buffo con i suoi tratti spiccati, e le copre tutta la gola e il petto con il candore di una pettorina.
La caratteristica predominante, per quanto riguarda il resto del corpo, è il colore grigio-nero: è un cane grigio con una tunica nera indosso. Il grigio è quello della corteccia di betulla, la tunica nera è una morbidissima trama di seta che stringe il lungo corpo come una sella. Nessun sarto al mondo avrebbe potuto cucirla con maggiore eleganza: è tagliata alla giuntura delle scapole e alle cosce, e scorre dritta sopra le costole per aprirsi sul petto e sull’addome. Le copre perfettamente la groppa come un mantello, per poi estendersi, più sottile, sulla parte superiore della lunga coda, fino alla punta. Visto dall’alto è dunque un cane nero, ma quando si rotola sul dorso è grigio. Due nastri di pelliccia scura, che scendono dal mantello fin sopra le scapole, si congiungono allo sterno che sembra agganciarli come un fermaglio d’avorio.”

Nessun commento: